SCOTLAND TOUR - 2011
SCOZIA

2011
 
Caro amica/o
ormai siamo pronti ad avviare la macchina organizzativa per la trasferta a Edimburgo che prevediamo di effettuare nel prossimo febbraio.

Il programma prevede un incontro con una squadra Old scozzese e la possibilità di assistere ad una partita del Sei Nazioni. Per questo motivo la date possibili sono solo due: 11-14 febbraio oppure 25-28 febbraio. In entrambi i casi la partenza è il venerdì ed il ritorno il lunedì successivo.

il Dallo e Tom stanno lavorando per trovare sistemazioni sia in albergo che anche in b&b e sono già a buon punto.

Per una migliore organizzazione e per ottenere le migliori condizioni economiche, dovremo prenotare entro la prima settimana di ottobre. Fino a quella data il Dallo e Tom assicurano la disponibilità per aiutare chi non è pratico nelle prenotazioni on-line. 
 
Ti ringraziamo per la cortese collaborazione.






 
TRAVERSATA ATLANTICA 
Las Palmas – Saint Lucia
7 Aprile 2010 – 2 Maggio 2010

LIBRO DI BORDO di Celso Baronio


PREMESSA

Gennaio 2010, la crisi economica avvolge tutto il mondo occidentale, io lavoro in una Azienda che non mi soddisfa e con persone che non stimo, lavoro molto e guadagno poco, leggo continuamente su riviste di nautica storie di gente che ha mollato tutto e si è messa a navigare, a me così sembra un tantino eccessivo, ho degli affetti a casa che non mi sento di abbandonare, però un periodo di serenità penso proprio di meritarmelo.

Così decido di troncare, di smettere di lavorare in un posto che non mi gratifica e non mi valorizza e mi dimetto senza avere un altro impiego già pronto, ma penso: sono ingegnere, ho una notevole esperienza, troverò sicuramente qualcosa di meglio e nel frattempo mi godo il mio tempo.

Ed allora eccomi libero di dedicarmi a quello che mi piace maggiormente e che cosa se non il mare? Decido di vivere l’avventura di una lunga navigazione, in un primo tempo penso di navigare con il Passatore da Cesenatico fino in Sicilia, ma siamo alla fine dell’inverno ed è ancora freddo: opto allora per una navigazione ancora più lunga, una Traversata Atlantica. Ora si pone il problema di trovare un imbarco, il periodo non è quello giusto e inoltre non ho più l’età per andare sulle banchine di Las Palmas ad offrirmi come equipaggio.

Decido quindi di operare a 360°, rompendo le scatole a tutti gli amici ed i conoscenti da una parte e facendo una grossa ricerca in internet dall’altra ed è proprio qui che trovo Bruce, un americano che a Palma di Maiorca ha acquistato Shenanigans, un Grand Soleil 52 che vuole portare negli Stati Uniti.

Ha già fatto una parte della navigazione fino alle Canarie e ora vuole arrivare a Rodney Bay - St Lucia, come l’ ARC, per poi proseguire con calma fino ad Annapolis via Bermuda.
Dopo uno scambio di mail e contatti telefonici ci accordiamo per la traversata, saremo in sei: Bruce Skipper e Armatore, io, altri due italiani, un finlandese ed un inglese; un buon numero che ci permette di avere anche buoni turni di riposo.


1° PUNTATA

7 aprile 2010
Sto sorvolando il mare alla volta delle Canarie e vedo le onde dall’alto, la spuma bianca mi impressiona, chissà che effetto mi farà navigare per molti giorni senza vedere terra, ho attraversato molte volte l’Adriatico, ma una crociera così lunga non l’ho mai fatta e sono un po' curioso.
All’aeroporto Bruce mi riconosce subito, in effetti è facile perchè sono l’unico vestito da velista, con la giacca della cerata sotto braccio. Arrivati alla barca conosco Matteo, 25 anni di Milano e Tuomo, un finlandese di 34 anni. Stanno facendo qualche lavoretto in barca, ma si sono impantanati con il carica batterie a 24 volt. Si parla inglese, io faccio quello che posso, ma capire Bruce è difficile: parla americano e molto velocemente.
Saliamo in auto e andiamo a cena in un bar-ristorante sul lungomare. Las Palmas è veramente brutta, una foresta di condomini tipo Italia anni 60-70, sembra che i palazzinari italiani si siano trasferiti tutti qui: non c’è una casa carina ed inoltre non si trova mai parcheggio.
Rientrati in barca, Tuomo ci mostra le sue foto di questo inverno; lui è un ricercatore e con una nave oceanografica è andato sul Baltico ghiacciato, hanno praticato una apertura  nel ghiaccio e si sono immersi, sotto è magnifico, è persino andato sull’elica della nave. Ha una faccia buffa, è rasato a zero e con un pizzetto lungo lungo che tiene stretto con tre elastici.

2° PUNTATA

8 aprile
Mi metto a lavorare attorno agli ingranaggi della ruota timone. Nella prima parte della navigazione si è rotta la ruota dentata del rinvio del timone, erano questi i ricambi che Bruce aspettava con ansia dalla Solimar. Non si riesce a smontare l’ultima vite del coperchio, ci ha provato Tuomo, ma ha rovinato la testa della vite, provo io con il WD40, è dura e si sta rovinando sempre più, decido allora di andare alla ricerca di utensili adatti, ma qui è come chiedere la luna nel pozzo, trovo solo punte normali e “8-viti-8”, fortuna che sono in numero appena sufficiente.
Tornato in barca provo di nuovo e, un poco a destra e un poco a sinistra, con molta fatica riesco a estrarre l’ultima e odiata vite. Ora inizia il bello: smonto il freno, l’alberino è deformato così come la sede della chiavetta, provo con una lima vecchia ma è come accarezzarla, mi incammino di nuovo alla ricerca di una lima e si ripete la stessa storia, qui non hanno niente, devo andare di nuovo in un negozio di bricolage distante chilometri, trovo le lime; al ritorno acquisto in un negozio di nautica anche una bandiera europea, italiana era chiedere troppo qui a Las Palmas, così anche l’equipaggio, tutto europeo, ha la sua bandiera, siamo 3 italiani, 1 finlandese e 1 inglese. Infatti nel frattempo il sesto membro dell’equipaggio ha confermato il suo arrivo per sabato 10. Volevamo partire sabato, poco male partiremo domenica mattina.
In banchina trovo un italiano che mi presta un flessibile, ottimo, con quello levigo la chiavetta fino a che non entra perfettamente altrimenti a notte fonda sarei stato ancora a limare; la ruota dentata non ha molta voglia di entrare e io chiamo Bruce per mostrargli il tutto, deve decidere lui cosa fare, avremo solo una chance per provare, lui opta per rimandare il tutto all’indomani.
E’ ora di fare la prima cambusa per la traversata, prima ci fermiamo al bar e qui ho una bella sorpresa: 4 birre e 1 caffè per 8 euro, da noi almeno il doppio. Loro tre vanno a fare la spesa io mi occupo della cena: spaghetti al pomodoro, alla forchetta sono risultati ottimi,  mi sono superato!!!
Mentre attendo il loro ritorno mi godo una bella doccia.
La barca è un bel 52 piedi, non so di che anno, ma  sembra molto vecchia; guarderò poi quanti anni ha, ma sembra che negli ultimi anni non sia stata amata molto dal suo armatore, è stata lasciata andare giù. Ho imparato una bella lezione: se mai dovessi cambiare barca bisogna trovarne una che è stata amata dal suo ultimo armatore e in ogni caso di lunghezza massima 10-12 metri, qui è tutto molto grande e molto impegnativo.
Oggi ho preso il primo sole sulle mia pelle lattea, ho indossato sempre la maglietta e a mezzogiorno anche il berrettino, sono rosa sulle braccia e sento il collo bello caldo anche se il cielo era coperto. Matteo è qui da un mese ed è molto abbronzato, ma forse è aiutato anche dalla sua carnagione scura.

3° PUNTATA

9 aprile
Giornata faticosa: ho finito di montare gli ingranaggi della ruota del timone, lavoro difficile ed in una posizione molto angusta. Poi sono passato alla pompa a pedale dell’acqua di mare. Un disastro, ho lavorato tutto piegato ed alla fine era tutto inutilizzabile perché trafila acqua: una delusione unica.
Nel frattempo è arrivato Denis, ha 34 anni ed  è di Conegliano Veneto. Lui e Matteo si sono conosciuti in una traversata precedente da Fiumicino fino a Palma di Maiorca, dopo hanno abbandonato la barca per inaffidabilità sia della barca che dell’armatore.
Cena preparata da me:  spaghetti al tonno,  bianchi, senza pomodoro, buonissimi.  Sono molto stanco e dolorante, ma dopo cena vado ugualmente al Sailor’s Bar, telefono a Marina e mi collego con il netbook che mi ha regalato, una figata; scarico la posta, un poco di chiacchiere e torniamo in barca, mi devo ricordare domani di collegarmi ad un sito per le news, non ho informazioni dall’Italia da qualche giorno.
Ho anche telefonato a Mauro per il lavoro futuro, pare sia iniziato bene. Chissà, io nutro buone speranze.
Le mie mani hanno un profumo dolciastro misto di cipolla e aglio, il bello è che mi piace… comunque prima di andare a letto mi lavo a lungo. Il collo è rosso vivo specialmente dietro, mi metto il Prep e domani la crema solare.

4° PUNTATA

10 aprile
Promessa mantenuta, mi metto la crema solare protezione 30 !
I lavori della mattina: issiamo Tuomo due volte in testa d’albero per vari lavori poi con  Matteo vado a fare la spesa: 400 € neanche troppo, riempiamo l’auto che Bruce ha preso a nolo. Al ritorno stiviamo il tutto nei vari gavoni della barca. Qualche lavoretto al frigoboat , ma manca una rondella per poter completare il tutto. Bruce va in aeroporto a prendere il sesto componente dell’equipaggio e cerca gli ultimi ricambi. Io vado al Salior’s Bar a telefonare a casa e a Marina, invio qualche mail, leggo la posta per l’ultima volta e aiuto Tuomo a bere due birre …
Rientro poco prima di cena,  scarico le foto ed arriva Bruce con Philip, un inglese nato sudafricano di 47 anni. Bruce non ha trovato alcun ricambio eccetto una cuccuma per sei persone. Cena con risotto ai funghi preparata da Matteo,  doccia,  scrittura del  libro di bordo e a letto.

11 Aprile
Salpiamo alle 14 locali.  Abbiamo riempito il serbatoio e quattro taniche di gasolio, dogana e gli  ultimi lavori. Il vento è contrario come vuole la legge di Murphy, così navighiamo di bolina, speriamo per poco. Il cielo da sereno si è fatto nuvoloso, facciamo le prove con i terzaroli e uomo a mare. Fa freddo, mi metto la felpa, il mio turno di guardia è con Tuomo dalle 22 alle 2. Ultima telefonata a Marina, spero di non sentire troppo la nostalgia. Ore 19, siamo di bolina e molto sbandati per fortuna il mare è calmo, speriamo che gli alisei  arrivino presto, fra poco vado in cucina e faccio il battesimo per il mal di mare, tutto bene.
Ore 21.45 il suono elettronico del mio orologio SUUNTO, regalo di Marina per il mio compleanno,  mi sveglia dal torpore, mi vesto completamente con la cerata e mi preparo  al turno di guardia. Fuori c’è già Bruce e facciamo prove di terzaroli al buio. Alle 22 inizia il mio turno, una bella stellata ma molto umido, vedo anche due stelle cadenti. Alle 2 ci danno il cambio Bruce e Phil; vado in branda fino alle 9 ma sono in un continuo dormiveglia.

5° PUNTATA

12 Aprile
Pronto per il mio turno delle 10 ho già preparato il caffè. Sono  tutto dolorante, il polso mi fa male, il tendine di Achille pure e anche la spalla destra; mi sembra di leggere i racconti dei navigatori solitari dopo una forte burrasca: io tengo duro. Una nave ci sorpassa  lentamente mentre navighiamo di bolina, rotta 220°  ad una velocità variabile dai 5 a 8,8 nodi.
Mi sembra di capire meglio l’inglese. Barometro costante 1008 mbar cielo sereno, vento da Sud West, il mare è di un colore veramente deep blue, ora so perché lo chiamano così e perché i navigatori si innamorano del blu del mare. Un piccione si è posato sulla coperta per riposare, è stato un’ora e poi è ripartito per la terraferma distante oltre cento miglia, aveva un anello in una zampina, probabilmente era un piccione viaggiatore, in ogni caso non era spaventato dalle presenza degli uomini.
Abbiamo mangiato nel pozzetto un frittatone preparato da Bruce; mi alterno al timone con Tuomo; finito il turno andrò in branda, dormo tutto il pomeriggio, inizio turno ore 10 p.m.

13 aprile

Bruce scrive a casa: ”no shortcuts for us” - niente scorciatoia per noi - , il vento viene da Sud West,  così noi non possiamo prendere la scorciatoia per i Caraibi, ma andremo a Sud oltre il Tropico del Cancro fino a quando non incontreremo gli alisei, dopodiché accosteremo a dritta con rotta sui Carabi.
Alle 9 a.m. dormo ancora e mi  sveglia Tuomo, abbiamo cambiato le coppie dei turni. Alle 12 invio una mail a casa e mi viene un poco di malinconia, non ci devo pensare.
Vedo un grosso branco di  delfini, è la prima volta che ne vedo così tanti, sono molto belli, vederli è sempre molto emozionante ed entusiasmante, voglio fotografarli,  ma spariscono in un attimo. Navighiamo sempre di bolina e sempre sbandati, che rottura. A sera passiamo il  Tropico del Cancro 23° 26’ N.

6° PUNTATA

14 aprile
Non riusciamo a vederla, ma siamo vicini alla costa del Sahara Occidentale. Il vento non è cambiato, sempre da West, così ci costringe a navigare di bolina e a fare rotta Sud, io  sono molto intontito quasi prossimo alla nausea. I miei prossimi turni sono con Bruce dalla 4 alle 8 giorno e notte. Per pranzo preparo i maccheroni alla carbonara e sono quasi buoni. Alle 14.30 si avvicina una barca di neri, piccola, colorata e con un grosso motore fuoribordo: a dire la verità siamo un poco preoccupati, le notizie che abbiamo di neri con barchini veloci e che si avvicinano agli yacht si riferiscono al Corno d’Africa ed ai pirati che lo infestano, noi manteniamo la calma e parliamo. In realtà sono pescatori ci offrono del pesce, Bruce consegna loro 6 euro in moneta e loro ci regalano tre grossi pesci.
Continuiamo a navigare per 180° diritti verso Sud a 10 miglia dalla costa, siamo lenti e andremo ancora di bolina perché il vento continua a non esserci favorevole, ma come dice Pirandello, così è se vi pare; poi quando il vento girerà  verso Nord noi piegheremo a West, ma questo secondo le previsioni meteo sarà dopo Cap Blanc, fra 22 miglia circa. Scapoliamo alle 18.40, abbiamo temuto di dover cambiare di bordo, ma ce l’abbiamo fatta senza virare. Per un attimo abbiamo visto in lontananza le colline di Cap Blanc, confine fra il Sahara Occidentale e la Mauritania.
Nella notte ci sono venuti a trovare i delfini, si avvicinavano velocissimi alla barca con una scia come siluri nei film di guerra, hanno giocato a lungo e poi sono andati via.

15 aprile
Oggi è stata dura, il polso mi ha fatto sempre male anche quando dormivo. Ho una leggera nausea e mal di testa, domani prendo una pasticca per placare il tutto. Finalmente il vento è girato verso Nord-West e di conseguenza noi abbiamo accostato  di qualche grado a dritta, un poco verso i Carabi. Alle 3 p.m. abbiamo issato per la prima volta lo spinnaker, ma con il vento che c’era abbiamo navigato al traverso. L’onda atlantica comincia a farsi sentire. Alle 19.30 ammainiamo lo spinnaker  e  viaggiamo di bolina larga, mare poco mosso e cielo sereno.

7° PUNTATA

16 Aprile
Cominciamo con il valzer dei turni, saremo sfasati per tutta la giornata. Alle 9.00 issiamo lo spinnaker, ma c’è poco vento e lo ammainiamo poco dopo. Ormai è deciso, andiamo a Capo Verde per una piccola sosta.
Oggi va decisamente meglio, ho lavato qualche indumento e mi sono fatto una doccia, nel turno di riposo provo anche a leggere qualche cosa.

17 aprile
Turno 22:00-2:00 con Matteo, durante la notte il vento è debole e si fa fatica a tenere la rotta per Capo Verde. Il mare è mosso e fastidioso però tutto procede al meglio. In mattinata issiamo lo spinnaker. Alle 12 collegamento con il satellitare, leggo gli sms arrivati da casa e quasi mi commuovo. Bruce spedisce il blog della traversata e scarichiamo il meteo, nel pomeriggio trascrivo sul pc il diario di bordo, ma il mare si fa sentire. Per cena voglio preparare il petto di pollo all’arancia. E' venuto fantastico e ho ricevuto i complimenti da tutti. Nel turno di notte prima del sorgere della luna vedo il cielo meraviglioso e pieno di stelle, la via Lattea è una strada luminosa. Vedo la Croce del Sud e Orione che sembra tuffarsi in mare, vedo anche alcune nuvole che sembrano pini marittimi.

8° PUNTATA

18 Aprile
Accendiamo il motore a metà della notte perché non c’è vento, navigazione fastidiosa con mare mosso, non riesco a dormire molto.
Mi sveglio alle 7 e vedo le isole di Capo Verde di fronte a noi, sono ancora lontane, ma dopo una settimana di mare vedere terra è una forte emozione. Corro subito in coperta con la macchina fotografica e vedo che navighiamo con lo spinnaker, le isole sono molto brulle, di colore rosso-marrone, niente a che vedere con il verde del loro nome.
Atterriamo a Capo Verde alle 9.00 locali. Per la precisione nell’isola di Sao Vincente a Mindelo.  Il marina è nuovo inaugurato nell’estate del 2008, è domenica, la stazione di polizia di Frontiera è chiusa e non possiamo fare i documenti di ingresso; in teoria non potremmo scendere dalla barca, ma non ci preoccupiamo, non abbiamo paura di essere considerati immigrati clandestini….
Ormeggio e poi telefonate a casa piene di emozione, e quindi una meritata doccia. Devono avere una penuria di acqua perché le docce sono a pagamento, 100 litri di acqua costano 2 €, oltre al costo della barca, non è molto, ma mi sembra molto strano.
Uno dei motivi che ci ha fatto decidere di atterrare a Capo Verde è stato un brutto rumore che si sentiva dalla ruota del timone. Smontandolo vediamo che la chiavetta fissata all’asse ha preso gioco, decidiamo di prepararne una nuova per l’indomani. Finiamo la giornata con parecchie birre, cena con aragosta e a letto.

9° PUNTATA

19 Aprile
Vado in paese per cercare una nuova pila per il mio Suunto. Il paese è più animato di ieri, tutti i negozi e bar sono aperti. Dopo diversi tentativi trovo finalmente la pila e poi mentre cammino a capo chino intento a regolare l’orologio vado a sbattere con la testa contro i rami di una acacia che mi lascia qualche segno sanguinante. Incontro poi Denis e Matteo ed insieme andiamo a fare un poco di spesa per rimpinguare la cambusa della barca. Compriamo un poco di frutta, l’indispensabile caffè ed anche un poco di pesce fresco. Al rientro vengo a sapere che Phil ha deciso di lasciare la barca: rimarremo in cinque, pazienza. Il catamarano delle BVI parte poco prima di noi con la donna che farà la traversata dell’Atlantico a nuoto !!! Andando alla polizia di frontiera a Mindelo ho visto un muro ricoperto di murales, sembrano quasi disegni di pubblicità progresso, ma eseguiti con uno stile africano e una prospettiva molto primitiva.
Ore 15.30 salpiamo. Ci separano dai Caraibi 2000 miglia ! Solo a dirlo mi riempie la bocca  ed è questo quello che ci aspetta. Sembra che Capo Verde non ci voglia lasciare partire infatti ci manda un vento contrario che ci costringe a fare cambi di bordo continui e pensare che nelle 850 miglia precedenti abbiamo  tenuto sempre le mure a dritta. Comunque il vento non è sufficiente e siamo costretti ad accendere il motore. Matteo prepara del pesce crudo, io voglio cuocerlo al cartoccio, ci sarà da magiare molto bene questa sera.
Nuovi turni: io e Tuomo dalle 12 – 04 Matteo e Denis 04-08, Bruce da solo 08-12, ma non durerà a lungo; passeremo subito a turni di 4 ore di guardia e 6 di riposo in modo da avere sempre due uomini in coperta.
Mentre preparo la cena e Bruce si riposa prima del suo turno di guardia, i ragazzi di sopra hanno trovato finalmente il vento e si divertono  a veleggiare di bolina con raffiche da 20/25 nodi e la falchetta in acqua, io continuo imperterrito ad impanare il pesce.
Per cena abbiamo leccornie da ristorante di gran lusso: antipasto di carpaccio e pesce al cartoccio.

20 Aprile
Compleanno di Denis. Nella notte poco vento e la mattina presto issano lo spinnaker mentre io rimango in branda perchè non mi hanno voluto chiamare. Alle 10 sostituisco Bruce al timone e alle 10.30  davanti alla nostra prua vedo soffiare: sono due balene che incrociano vicine e riusciamo a vedere poco, un poco di dorso e la pinna caudale, mentre la alzano per immergersi in profondità. Comunque l’emozione è stata grande ugualmente anche se l’avvistamento ha lasciato a desiderare. Pomeriggio disteso fra ombra e sole a leggere, ho già finito il libro di Wilbur Smith “Il canto dell’elefante”, 500 pagine divorate letteralmente e ora sono alle prese con “Il vecchio e il mare” di  Hemingway, ma mi sembra piccolo, dopo vedrò cosa c’è in giro da leggere.
 
10° PUNTATA

21 Aprile
Notte agitata, non ho chiuso occhio e sono stato sballottato a destra e a sinistra della branda, per fortuna abbiamo i teli anticaduta. Abbiamo cambiato di  bordo per la prima volta. Alle 7.00 Bruce mi fa svegliare tutto l’equipaggio per issare lo spinnaker pesante. Il polso mi fa molto male, cerco di non farlo vedere perchè non voglio che gli altri se ne accorgano, ma purtroppo mi fa gustare a metà la traversata. Aspetto il collegamento per inviare mail a casa e leggere gli sms poi alle 10, stravolto, mi tuffo in branda. Siamo andati a sud alla ricerca degli alisei; il mare è mosso e incrociato, siamo tutti molto provati, ma ugualmente issiamo lo spinnaker alla mattina per ammainarlo alla sera, al suo posto issiamo il fiocco e poi andiamo sotto coperta a piegare lo spinnaker. Per cena preparo fusilli al tonno, un ricordo di casa. Cambio di bordo e rotta per St Lucia.

22 Aprile EARTH DAY
Ho fatto il turno dalle 2 alle 6 e attendo le 7 per issare lo spinnaker poi vado a letto alle 8. Alle 10 mi alzo per togliermi il torpore, faccio una doccia e mi rado la barba.
La cucina, per lo più espressa da me e Matteo, è un momento piacevole della traversata. Oggi Bruce chiede la mia supervisione per preparare gli spaghetti alla carbonara, è molto divertito da questa supervisione e lo scrive immediatamente a casa. A sera mentre discutiamo se tenere o meno lo spinnaker issato per la notte, un groppo inclina paurosamente la barca, una tazza vola in acqua e immediatamente decidiamo di ammainare. Mentre siamo sotto coperta per vestirci, in una strapoggiata la barca prima si inclina paurosamente a dritta poi a sinistra e  il boma arriva quasi in acqua e ci ricorda che qui comanda l’Atlantico….

23 Aprile
Giornata grigia, prepariamo lo spinnaker alle 7.00 ma il mare è troppo mosso e attendiamo che si calmi un poco, finalmente a mezzogiorno possiamo issarlo. Qualche goccia di pioggia e io dormo tutto il pomeriggio. In mattinata Matteo ci rallegra con crepes squisite. Oggi raggiungiamo il punto più a Sud di tutta la traversata. Io ho finito i miei libri e per fortuna Denis me ne presta uno: “Sessantamila miglia a vela” di Françoise Moitessier moglie del famoso Bernard.


11° PUNTATA

24 Aprile
A mezzanotte siamo a 1.400 miglia da St. Lucia, in lontananza si vedono le luci di una nave, erano 4 giorni che non si avvistano navi, balene o delfini. Solo Matteo viene colpito per la terza volta da un pesce volante. Questo mare incrociato ci sta squassando. Decidiamo di tenere lo spinnaker anche di notte mentre il mare si è calmato.
 
25 Aprile
Una barca a vela in acciaio non ci cede la rotta nonostante abbiamo la precedenza, la nostra prua striscia sulla sua murata graffiando la vernice bianca, grida di persone, sono fuori e urlo di prendere la pistola, sul vascello non si vede nessuno, ma noi continuiamo a strisciare sulla loro fiancata…  poi sento chiamare insistentemente il mio nome: è Matteo che mi chiama e mi desta dal mio inquietante sogno. Sono le 6 di mattina e lo spinnaker si è incaramellato attorno allo strallo, lavoriamo come matti fra onde e vento, ammainiamo, pieghiamo lo spinnaker sottocoperta e lo issiamo di nuovo, come ogni santa mattina alle 7.00.
Ore 10.30 mille miglia  a prua, mille miglia  a poppa, a dritta il polo nord, a sinistra il polo sud, siamo nel punto più distante dalle terre emerse, ammainiamo le vele e ci truffiamo in mare. E’ meraviglioso il colore blu dell’acqua, è affascinante, ti prende dentro, scattiamo alcune foto e facciamo tuffi. Denis non si sente bene e non partecipa, peccato.
Issiamo di nuovo lo spinnaker, c’è poco vento e balliamo come turaccioli, per i prossimi giorni si prevede un rinforzo di vento. Il polso mi fa sempre male, cerco di non farlo notare, ma alcuni lavori mi provocano grandi sofferenze. 1.185 miglia a St Lucia. Sento la nostalgia delle mie donne, domani voglio scrivere una lunga mail. Verso le 17 facciamo prove di strambata con lo spinnaker che alla fine si incaramella, ma rimediamo velocemente ammainandolo poi io e Tuomo sottocoperta pieghiamo lo spinnaker, caldo e fatica solo in due! Decidiamo di aspettare l’indomani per issarlo di nuovo perchè tre issate di spinnaker in un giorno mi sembrano troppe.


12° PUNTATA

26 Aprile
Siamo tutti molto stanchi. Durante le guardie quando non è al timone Tuomo dorme invece di fare i soliti esercizi fisici. Dopo il turno e dopo aver issato lo spinnaker dormo fino alle 13. Invio una mail a Marina e leggo gli sms con molto piacere. Spostiamo indietro l’orologio della barca di 1 ora.
Alle 15.11 con il mio turno di guardia siamo a 1000 miglia esatte da St Lucia, da ora in poi la distanza rimanente si misura solo con numeri a 3 cifre. Marina mi segue da casa e sa che manca poco, circa 6 giorni.
Non abbiamo più cibi freschi da qualche giorno, il frigo raffredda poco e abbiamo buttato a mare un poco di carne e pesce avariati. Per cena pizza preparata da Matteo, buona e ricorda casa.
Prima di notte un piccolo briefing sul comportamento da tenere in caso di brutto tempo.

27 Aprile
L’Atlantico si fa sentire, sono sballottato in branda quando un’onda più alta delle altre spazza il ponte e il mare entra dal mio oblò bagnandomi. Per fortuna avevo la cerata appesa che ha riparato molta acqua, altrimenti mi sarei ritrovato bagnato fradicio.  Le onde sono molto alte e si fatica a stare in piedi. Decidiamo di navigare solo con le vele e non issiamo lo spinnaker, troppo pericoloso con questo mare. Nella notte il vento aumenta a 30-35 nodi e così le onde, spinte dal vento, diventano ancora più alte. Queste onde al buio sembrano branchi di lupi famelici che ci inseguono, le vedi passare vicino alla barca, ci sfiorano e poi proseguono la loro corsa. 790 miglia alle 7.00. Io ho cominciato a contare le miglia rimanenti da quando siamo sotto la soglia delle 1000, navighiamo veloci, circa 200 miglia al giorno; sul log book alla fine di ogni turno di guardia vengono registrate le miglia mancanti.


13° PUNTATA

28 Aprile
Compleanno di Bruce. Onde, onde, onde anche oggi niente spinnaker, troppe onde, una di queste spazza il ponte e si rovescia in quadrato, di sotto, Denis sentendo il fragore dell’acqua si è precipitato a proteggere la sua roba ed e riesce nell’intento, agli altri è andata meno bene, si bagna qualche cosa, pazienza. Brutta notizia: l’acqua dolce è finita, Bruce suppone che i 2 serbatoi non siano separati come sembra e inoltre l’indicatore di livello evidentemente non funziona bene, comunque ci accorgeremo in seguito che l’acqua non è affatto finita ed è stata sufficiente per tutta la traversata. Acqua da bere ne abbiamo imbarcata a sufficienza in taniche da due galloni. Nel pomeriggio faccio la doccia con acqua di mare, l’operazione risulta un poco ostacolata dall’equilibrio precario. Questa sera all’ora di cena saremo sotto le 600 miglia. Abbiamo incrociato una nave dopo molto tempo che non ne vedevamo. Il vento è molto variabile con rinforzi: alle 15.00 2 mani di terzaroli, tolti alle 16.00 rimessi alle 17.00 e tolti alle 18.00. E’ venuta qualche goccia di acqua e in lontananza abbiamo visto l’arcobaleno. Ci sono venuti a trovare due delfini, ma sono spariti subito prima di poterli fotografare. Abbiamo fatto una torta per il compleanno di Bruce che ci siamo sbaffati dopo cena. Le onde ci sono sempre e disturbano molto. Ho letto con piacere l’sms di Marina. Piccolo temporale nel mio turno di notte, con arcobaleno della luna. Dopo il mio turno altra mano di terzaroli tolta all’alba


14° PUNTATA

29 Aprile
Sono intontito, il mio turno dalle 3 – 7 mi ha schiantato, torno in branda ma non riesco a dormire, il polso mi fa male, le onde al traverso ci sconquassano tutti. Veleggiamo a farfalla con il fiocco tangonato, ma le onde fanno saltare la falchetta in acqua alternativamente a destra e a sinistra. Alla fine di ogni turno si contano le miglia rimanenti, anche se nessuno lo dice, siamo tutti  molto stanchi. Oggi abbiamo percorso solo 150 miglia, peccato.

30 Aprile
Alle 9.00 issiamo lo spinnaker, il mare è un pò più tranquillo e la navigazione più confortevole. Alle 9.30 mi si in caramella lo spinnaker, peccato avrei preferito non accadesse, ma è cosa di poco conto e lo liberiamo subito. Mancano 340 miglia, 2 giorni. Ho voglia di una doccia con acqua dolce e di una bella birra gelata al bar.
Nella pausa ho fatto una doccia sul ponte con un secchio e l’acqua del mare. Il caldo dei tropici si fa sentire, le guardie notturne le passo in calzoni corti e maglietta a mezze maniche, ma sempre con la cintura di sicurezza. Il vento perfettamente da Est, ci fa tenere una rotta più a Nord di St. Lucia.

15° PUNTATA

1 Maggio
Nella notte strambiamo e la rotta punta decisa su St Lucia. Alle 7.00 issiamo lo spinnaker e la velocità aumenta. Alle 9.00 mancano 200 miglia c’è quasi la certezza di arrivare il 2 maggio!. Fa caldo ed è molto umido e io sudo già alla mattina. Ho voglia di sentire le voci di casa, ho nostalgia di loro. Penso molto alla Giò, spero che trovi presto la sua strada, alla Eda, alla Marina, penso a mia mamma che si sta spegnendo piano piano e mi riempie il cuore di tristezza. Penso al lavoro futuro e alla nuova casa. Il polso mi fa ancora male, quando è piegato non riesco a sostenere neppure un piatto, per fortuna in trazione funziona bene. Appena c’è un collegamento telefonico voglio sentire le voci di casa, forse già qualche ora prima di atterrare. Basta ora pensare a casa altrimenti mi commuovo, mancano poco più di 24 ore. Voglio inviare anche un sms a Colombini se mi trova un rientro veloce in aereo.
Anche oggi il mare pare relativamente calmo, dalla partenza da Capo Verde è il secondo giorno di mare calmo. per quanto sia sempre un calmo relativo, l’onda al traverso c’è sempre, ma più piccola. Alla sera vediamo i delfini, sono molto belli e questa volta riesco a fotografarli. Un momento di panico per gli stranieri: si è diffusa la voce che era finito l’aglio, subito rientrata e confortati gli americani e finnici. Per cena, su espressa richiesta di Bruce una pizza preparata in coppia da me e Matteo. Abbiamo effettuato anche l’ultimo inutile tentativo di pesca alla traina, ma l’unico risultato ottenuto in tutta la traversata è stato perdere tre lenze…..
Durante la notte, verso sud, abbiamo visto un astro luminoso che sembrava cambiasse colore fra verde rosso e bianco, quasi come la bandiera italiana, nessuno sa che cosa è, ma a casa lo cercherò nel planetario.
2 Maggio
Nel mio turno di guardia notturno, strambiamo, non so perché, ma abbiamo strambato quasi sempre di notte. L’onda laterale è molto fastidiosa, alle 7.30 issiamo lo spinnaker (anche l’ultimo giorno?), ma il vento è troppo forte e lo ammainiamo subito. Alle 11.00 mancano 30 miglia.
TERRAAA ! ! ! 
Alle 12.13 ora della barca avvistiamo terra, confusa e azzurrina, ma visibile. Io penso ai miei cari e al biglietto aereo (devo essere proprio stanco), mentre sono sballottato senza sosta, perché oggi il mare ci fa soffrire. Appena c’è stata la copertura di rete ho chiamato casa. Grande emozione nel sentire le voci note e per molto tempo mute.
Alle 17.00 entriamo in Rodney Bay St Lucia, ammainiamo la randa e ci dirigiamo verso il marina, atterriamo alle 17.30!
Matteo viene spedito immediatamente alla ricerca di birra fresca e torna poco dopo con 2 sporte di birre gelate: brindisi generale.
Cena in un ristorante della baia  con grossa bevuta generale.

FINE
° ° ° ° ° 

Lo SHENANIGANS è un veliero Grand Soleil 52, lungo 16 metri; l'equipaggio è composto da 6 persone:  Bruce Buckheit, l'armatore americano,  Celso, altri due italiani, un inglese ed un finlandese.


Foto di repertorio


Foto di repertorio


Al centro lo SHENANIGANS nel porto di Las Palmas


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